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17.11.11

Coinquilini - II parte

Avevo promesso il seguito. Ed eccovelo qua.
Mi pare che al mio pubblico piaccia particolarmente, oltre a leggere storie porno-amorose,
anche leggere delle mie figuracce e della gente strana che incontro giramondando.
In questo caso i due tipi di cui vi parlerò oltre ad essere strani erano pure pericolosetti.
Di quelli che ti fanno passare la voglia di condividere casa per parecchie settimane.
Forse non sarà così divertente come l'altro.
Ma è giusto per mettere in guardia chi è alle prime armi nell'arte di selezionare i coinquilini.
Se la cosa vi puzza, se c'è qualcosa che non quadra,
non aprite quella porta,
non fateli entrare!!!!

Riprendiamo da dove ci eravamo lasciati.

Ultimo mese di permanenza in un appartamento. Quello con le due puzzole per capirci.
E la nostra coinquilina squartatrice di bistecche se ne va. Ci rimane una stanza libera.
Ma dico io, non avremmo semplicemente potuto pagare un po' di sterline in più e starcene tranquilli tranquilli?
Avere infine un salone?
Noooooo. Tocca cercare un coinquilino per un mesetto.
Perché le puzzole devono risparmiare per comprarsi sacchi di patate da friggere.

Arriva questo mammuth sudafricano. A me non piace.
Ma le puzzole decidono di sì. Che lo vogliono.
Addirittura la puzzola-lei decide di anticipargli i soldi per l'affitto.
E lo invita ai festival del fritto.
E a uscire a ubriacarsi con loro.
Il mammuth tracanna e si strafoga allegramente.

Sembra l'incredibile Hulk.
Però bianco.
Da un giorno all'altro gli schioppa la camicia.
E racconta di  lavorare in un call center.
Dice di guadagnare fior di quattrini all'ora.
Però i soldi dell'affitto non si fanno vedere. Non li restituisce.
Poi un giorno torniamo a casa e ...

non c'è più.

Magia delle magie, il bestione è sparito.
Senza pagare.
Vabbè, i soldi non erano miei. Io non mi ero fidata.
Lacrime di coccodrillo per la lei-puzzola.

Nella stanza abbandonata in fretta e furia troviamo solo una serie di fogliettini
con numeri numeri numeri.

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In cui si segnava, minuto per minuto, ciò che guadagnava.

La situazione mi puzza a due cose:
1) il bestione aveva dei debitacci da pagare a bestioni ancora più grandi di lui ed è fuggito quando lo hanno rintracciato???
2) che call-center ti paga al minuto, se non una linea erotica??????

Ma non finisce qui.
Nella fretta di fuggire,
il mammuth sudafricano lascia il suo carica cellulare in stanza.
E come riprenderlo se non ha più le chiavi, che gentilmente ci ha lasciato andandosene nella cassetta della posta (almeno quello) se non sfondando il vetro della finestra?
In nostra assenza, per fortuna.

Il secondo coinquilino matto neppure l'ho scelto io.
Sono al lavoro tranquilla e beata quando la mia coinquilina francese mi chiama per dirmi che ha trovato qualcuno a cui affittare il letto in salone. Ma daiiii, andiamo al risparmio un'altra volta.
E che il tipo è già arrivato, e sta organizzando le sue cose.
Ma comeeee? E la mia opinione conta qualcosa???
Sì, un bel cavolo fritto.
Insomma, 'sto tipo aveva scritto a me, e non mi convinceva, ma proprio nooooo!
La storia mi puzzava di marcio, perché mi aveva scritto lui e poi un altro, parlando di lui, dicendo che aveva un amico che cercava casa. In realtà amici non erano, era il suo coinquilino che voleva sbolognarselo.

Torno a casa dal lavoro furibonda e trovo questo tipo con gli occhi spiritatissimi, che ha piazzato una megabandiera della Spagna in salone. Prende tutta la parete.



Solo che lui è canadese.
Sua madre, ci dice, è nata in Spagna e lui è tornato in patria - dove non è mai stato prima - per difenderla.
La patria, non la madre.
Lì per lì mi viene pure un po' da ridere, ma non lo faccio.
'Sto ragazzino ha solo 19 anni e penso che sarà pieno di ideali, la patria, l'orgoglio nazionale, l'onore.

Solo che poi i giorni passano e il tipo non ha un lavoro.
Se ne sta a casa a mangiare poco (è secchissimo) e a bere un sacco di caffè, a scribacchiare in un quadernetto, e ogni tanto, scende al campetto da basket e gioca a pallacanestro, da solo.
Poi ha la fantastica abitudine di sedersi sul terrazzo della mia stanza (a cui purtroppo si può accedere anche dal salone) a fumare, così mi tocca tenere la serranda abbassata quasi tutto il giorno, per evitare di trovarmelo che mi osserva mentre gironzolo in mutande all'uscita dalla doccia.

Quando infine trova un lavoro si rende conto che non gli bastano i soldi per campare.
Dico io, cocco bello, la tua mamma non ti potrà aiutare?
Lo sento parlare al telefono, in uno sgrammaticatissimo spagnolo, con sua madre che però vive in Canada.
Urlano. Attacca. Richiama. Riurlano.
Menomale che il telefono ha il blocco per le chiamate internazionali. Possiamo riceverle ma non farle.

A quanto pare lui se n'è andato dal Cananda senza dire niente ai genitori,
che sono parecchio inalberati.
Mi fa pena.
Non sa cucinare, ha pochissimi vestiti, pochi soldi, zero amici e un lavoretto schifoso.
Presa dalla sindrome della chioccia decido di fare una buona azione e gli dico che, se vuole, posso parlare io con sua madre ed assicurarle che lui sta lavorando.
Perché lui sta chiedendo un anticipo di soldi ai genitori e loro credono che lui voglia starsene in Spagna in vacanza a spese loro.
Gli dico che se mi fa vedere il suo contratto posso dire esattamente a sua madre cosa fa, che se vuole posso faxarglielo e così lei ne avrà la conferma. Infondo perché mai questa donna, che non si fida di suo figlio, dovrebbe fidarsi di me?

A questo punto i suoi occhi, già di per se fuori dalle orbite, partono per un'altra galassia.
Praticamente gli esce il fuoco dal naso e dalle orecchie.
Mi chiede che cavolo voglio farci io con il suo contratto.
Io gli dico che magari, per cultura e nazionalità siamo diversi.
Che magari sua madre non si fida di lui - e di me - se non vede qualcosa di scritto.
Che in Spagna le cose magari non funzionano allo stesso modo che in Canada.

Ed è qui che sbrocca del tutto.
Perché lui, LUI, lui si che è spagnolo.
E io (che in Spagna ci vivo da 10 anni) sono solo una PUTT@x# italiana.
Sono le sue esatte parole.
Comincia a sbraitare cose su patria, onore, difesa degli ideali, gli stranieri e blah, blah.

Ed io mi alzo, e tranquillamente gli dico che ha una settimana per pagare l'affitto arretrato e poi deve sloggiare. Non voglio vivere con pazzoidi.
Lui non cerca di scusarsi, anzi mi guarda con superiorità e sufficenza.
Vabbè, lasciamo perdere.

Poi esco e quando torno a casa trovo che si è appropriato della stanza vuota della francese (già prenotata da un futuro coinquilino che mi ha dato tutte le sue credenziali inclusa busta paga e copia del passaporto!).
E ha preso il telefono. Il telefono fisso. Lo ha preso e se lo è portato in camera.
Dove non c'è nessuna presa del telefono. E si è chiuso dentro.
A questo punto mi barrico in camera anch'io e spero che una settimana passi presto.

Gli eventi però precipitano rovinosamente il giorno dopo quando il tipo,
che peserà si e no 45kg, cerca di minacciarmi fisicamente.
Ma dico io, vuoi proprio essere messo K.O. da una femmina.????
Perché mi piacerebbe davvero mettere in pratica la deliziosa frase romanesca:

te do du' pizze che t'appiccico ar muro.

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Mi trattengo (perché ho un altro coinquilino impaurito e troppo magnanimo) e decido semplicemente di buttarlo fuori.
Non paga. Non può restare.
E così ci liberiamo nottetempo di lui.
Senza rimpianti.

Il giorno dopo entro nella camera dove ha lasciato parecchia spazzatura.
E trovo vari contratti falsi di case dove si dice che abbia abitato, incluso della nostra, stipulati da un'agenzia immobiliare lontana km e km ... il tutto per ottenere cosa?
Un medico di famiglia!
Il tutto per ottenere cosa? Ricette mediche.
Ma per cosa? Per comprare medicine!
E che medicine? Psicofarmaci.
A bizzeffe. Una montagna di medicine di cui rimangono solo le scatolette.
Per drogarsi gratis.

E poi documenti falsificati. Perché il tipo, che non ha un nome spagnolo, lo vuole a tutti i costi, e cancella le lettere extra dal suo nome.
E anche liste su liste.
Di quanti canestri faceva ogni giorno.
Di calciatori. Di squadre di calcio.
Di cose da mangiare.
Di soldi. Che diminuiscono fino ad arrivare a zero.
Mi fa pena. Per due secondi.
Poi ripenso ai suoi occhi spiritati.
Al fatto che per qualche giorno non ho potuto dormire a casa.
Al fatto che come regalino di addio il tipo abbia deciso di spezzare delle chiavi nella nostra serratura per non permetterci di entrare.
Al fatto che, essendosi scordato da noi una maglietta, sia tornato indietro e abbia cercato di entrare con la forza, picchiando il mio altro coinquilino e terrorizzando una ragazza che era ospite da noi quei giorni.

Se in quel momento fossi stata a casa lo avrei mandato K.O.
Senza pietà.

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